Costruire una comunità Euromediterranea (MED-EU) fondata sui diritti civili e politici. E’ questa la proposta lanciata in seno all’interessante e qualificato incontro sull’Islam tenuto il 5 luglio a Cisterna nell’Aula Magna dell’Università sita a Palazzo Caetani. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del libro “Islam, religione e politica” di Francesca Corrao, docente ordinario di lingua e cultura araba presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Luiss Guido Carli, organizzata dalla Federazione APS Farereteonlus con il patrocinio della Provincia di Latina e in collaborazione con il coordinamento Forum per la Cittadinanza Mediterranea, Forum Italo Tunisino, Consiglio Italiano del Movimento Europeo (CIME), www.metamagazine.it. Sono intervenuti Antonio Cantaro, docente diritto costituzionale Università di Urbino; Michele Zanzucchi, docente giornalismo Università Gregoriana, Direttore rivista “Citta’ Nuova”; Pier Virgilio Dastoli, presidente Consiglio Italiano Movimento Europeo (CIME), Rosa Giancola, consigliera Regione Lazio. Hanno coordinato i lavori Emilia Ciorra, Katia Ricci e Oscar Zazza della Federazione APS Farereteonlus. Un tema, quello della cultura e del fenomeno d’immigrazione islamica, di forte attualità e il cui conflitto con il mondo occidentale ha generato i noti fatti di terrorismo.
“L’Italia – ha spiegato Katia Ricci – è diventata terra di immigrazione senza volerlo e senza saperlo: una decisione presa dai fatti anziché dalla politica. L’immigrazione straniera in Italia è iniziata in un periodo, la seconda metà degli anni Settanta, in cui la domanda di lavoro si riduceva drasticamente e aumentava per contro la disoccupazione. Contrariamente a quanto era accaduto nei paesi Nordeuropei che invece necessitava di manodopera ed ha potuto guidare e concentrare l’immigrazione in precise aree. Dobbiamo sostenere la nascita e la socializzazione di una nuova generazione che sia l’incontro fra culture differenti, un processo di riadattamento dei valori e dei principi che non tralasciano le basi di provenienza dei genitori ma formano punti di incontri nuovi ed equilibrati grazie ai quali i figli degli immigrati possono essere educati”. “Bisogna continuare ad interagire con i territori – ha detto Francesca Corrao -. La questione è che ci siamo dimenticati dell’essere umano e per costruire un nuovo umanesimo bisogna partire da un punto in comune: ricostruire il rispetto della dignità della vita. Oggi assistiamo ad una guerra di giovani disperati mossi dalla fame e dalle ingiustizie socioeconomiche contro l’Occidente vecchio e opulento. Bisogna partire dalla ricostruzione dei valori del rispetto della dignità della vita. Questo è il senso della sfida”. “Siamo dentro ad un terremoto istituzionale – ha detto la consigliere regionale Rosa Giancola – e dentro questa confusione stiamo tentando a livello regionale di delineare i bisogni dei territori: dove è la tenuta di una comunità se non ci sono valori? Per questo l’accoglienza diffusa può diventare uno strumento di esercizio di cittadinanza e di tutela dei diritti sociali. Partendo dai piccoli comuni del Lazio possiamo costruire una rete di comuni per l’accoglienza diffusa, attraverso una cabina regionale di regia che possa coordinare anche i Comuni più grandi che oggi si trovano ad affrontare l’emergenza accoglienza. Noi possiamo essere il banco di prova per la costruzione di un programma di accoglienza diffusa su valori condivisi basati sulla conoscenza dell’altro e sul rispetto reciproco, sulla lotta alle disuguaglianze sociali ed economiche su cui la Regione Lazio sta assumendosi un preciso impegno politico”.


