Ad un anno dall’installazione de L’ora del silenzio – quando due porte, inerti, ma alternatamente animate dalla proiezione della loro immagine prendevano vita sbattendo freneticamente e rumorosamente nel lucernaio del museo per una riflessione più trasversale sulla memoria – l’artista romano Daniele Spanò torna negli spazi del Map Museo Agro Pontino con Linea di fuga, progetto site-specific, che porta a compimento un percorso iniziato nel 2013 per SEMINARIA, volto a reinterpretare l’immaginario storico ed architettonico della Torre medievale di Castellone di Formia. Ora, a Pontinia, quella riflessione si trasforma in scultura, definisce i propri profili nell’austerità di un parallelepipedo che rievoca per forma e materia i fronti delle architetture razionaliste delle nuove città di fondazione: un’apparente severità che, in realtà, non fa che inquadrare in due opposte finestre di travertino grezzo le infinite variazioni del paesaggio pontino, nelle differenti matrici di acqua da un lato e terra dall’altro, il cui unico intento è far perdere lo sguardo all’infinito proprio verso quella linea di fuga. A basamento dell’opera Spanò dispone una serie di pali in legno di eucalipto, elemento più che naturale naturalizzato: introdotto come piantumazione, durante e dopo la bonifica, per la notevole capacità di assorbimento ma soprattutto in funzione di fascia frangivento, è divenuto nel tempo parte caratterizzante del paesaggio rurale dell’Agro Pontino, e qui rievocazione di quelle migliare che tracciano i confini della città attraversando la selva e la palude in una serie di strade fra i due estremi dell’Appia e della Litoranea. Nel continuo susseguirsi delle visioni di immagini, Linea di fuga sembra voler innescare un processo di deterritorializzazione, restituendo una proposta mutevole del territorio, del tempo, della luce. La manifestazione si svolgerà sabato 30 aprile a partire dalle 19.


