“La scelta di sospendere per 45 giorni i Piani Particolareggiati assomiglia molto all’ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini. Un modo per tutelate l’amministrazione e per far scorrere altri giorni in attesa di prendere delle decisioni. Una tattica già vista qualche mese fa quando il primo cittadino decise di rassegnare le dimissioni per ritirarle solo l’ultimo giorno utile. Adesso la città non piò aspettare un altro mese e mezzo per conoscere le responsabilità degli amministratori. Oltre a ciò il sindaco Di Giorgi, con questa sospensione, vuole distogliere l’attenzione su un suo problema diretto strettamente correlato alla variante di borgo Piave. Il Gip ha chiesto di visionare il bonifico con il quale ha comprato l’attico dalla società di Malvaso. Per testimoniare l’avvenuto pagamento non ci vogliono 45 giorni, bastano 5 minuti. Ma su questo il sindaco ancora non proferisce parola”. Così Alessandro Cozzolino, capogruppo del PD in consiglio comunale, interviene sulla sospensione dei Piani Particolareggiati annunciata dal sindaco Di Giorgi. “Prima il sindaco Di Giorgi e l’assessore Di Rubbo decidono di approvare tutto in Giunta, scavalcando la Commissione Urbanistica e il Consiglio Comunale – afferma Cozzolino -, ora che la magistratura sta indagando sul lavoro fatto si prendono 45 giorni per far esaminare tutto il lavoro da una commissione esterna. Un’assurdità. Un modo di lavorare al di fuori della realtà. C’era la possibilità di far passare tutto in Commissione Urbanistica, così da valutare la fattibilità di ogni piano e poi proporlo al consiglio. Questo non si è fatto perché la Giunta, evidentemente, aveva fretta di approvare i piani e paura di presentarli davanti all’opposizione”. “La sospensione – conclude Cozzolino – non è una cancellazione delle modifiche approvate in Giunta ma è semplicemente un prendere tempo in attesa di capire come muoversi per difendersi. Oltre a ciò, l’affidarsi ad una commissione esterna per valutare la bontà dei Piani Particolareggiati, è sinonimo di bocciatura per l’ex assessore Di Rubbo, responsabile ed estremo difensore delle modifiche dei Piani e dell’iter seguito. Queste sono responsabilità amministrative e politiche. Qualcuno dovrà pagare. In questa situazione nessuno si vuole prendere le sue responsabilità. Tutti scappano. Restano in silenzio. E rimandano a 45 giorni”. Oltre ad Alessandro Cozzolino ad intervenire sulla vicenda è il consigliere comunale Marco Fioravante. In questa occasione, il consigliere Fioravante, vuole riportare le parole pronunciate nel consiglio comunale del 10 Giugno 2014 in cui si discuteva proprio della variante di borgo Piave. “Io – affermava Marco Fioravante durante il consiglio comunale del 10 giugno 2014 – proverò a mettere da parte il più possibile le competenze tecniche cercando di fare dei ragionamenti di natura generale con qualche passaggio, per quanto è necessario, su alcune affermazioni che ha fatto l’Assessore Di Rubbo. Sommariamente che cosa succede? Accade che, dato che è facoltà di legge non procedere a gara per l’assegnamento di incarichi di natura urbanistica, qualcuno è stato incaricato di redigere un piano. Chi redige il piano produce un documento, questo documento è vagliato dal dirigente e da lì va in Giunta, punto, è finito. Assessore, è necessario che in qualche modo ci sia trasparenza negli atti? È necessario che su questi temi ci sia partecipazione? A mio giudizio sì. Allora, Assessore, questo è il punto, è il punto politico dal quale non se ne viene”. “Da un punto di vista politico – affermava Marco Fioravante durante il consiglio comunale del 10 giugno 2014 – chiamare qualcuno per redigere un disegno urbanistico, farlo valutare tecnicamente da un dirigente, portarlo in Giunta senza alcuna possibilità di interlocuzione, il pollice politico è verso. Se in commissione fosse data la possibilità alle forze politiche di esprimere le loro posizioni, le loro indicazioni, questo percorso sarebbe stato diverso, si avrebbe avuta la possibilità di essere battuti su una opinione, di dare un contributo”. “La sede del confronto per stabilire se questo è valido o meno non è degli uffici, gli uffici e la Giunta sono esecutori di un indirizzo politico – affermava Marco Fioravante durante il consiglio comunale del 10 giugno 2014 -. Questo è il vulnus di questa vicenda, non è contro Tizio o contro Sempronio, è una metodica. Io aspetto con pazienza certosina, perché saranno almeno due anni che in commissione urbanistica ho fatto una richiesta in merito alle osservazioni chiedendo chi esprime un giudizio di merito sulle osservazioni, lei (Assessore Di Rubbo) era presente, l’ho formulata per iscritto a mano, giace sepolta dalla polvere pensando che non affrontando i problemi si risolvono, questo è scorretto, questo è un modo di procedere scorretto che io francamente non capisco. Io non capisco per quale motivo voi avete il piacere di mettere un cono d’ombra su questi comportamenti”.
Latina, Cozzolino e Fioravante: “Di Giorgi prende ancora tempo e scappa dalle responsabilità”


