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Lettura: Crisi nel Partito Democratico, l’intervento di Giovanni Bernasconi
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Mondoreale > Blog > Politica > Crisi nel Partito Democratico, l’intervento di Giovanni Bernasconi
Politica

Crisi nel Partito Democratico, l’intervento di Giovanni Bernasconi

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio 2015 21:13
Simone Di Giulio Pubblicato 23 Gennaio 2015
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Foto di Ignazio Romano (www.setino.it)
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Sulla scorta del ragionamento sviluppato in questi giorni sul futuro del Partito Democratico, il vicepresidente della Provincia di Latina, Giovanni Bernasconi, esprime la propria posizione. “Il Pd – esordisce Bernasconi – è oggi divenuto bersaglio di accuse per non riuscire a creare una comunicazione fra la società e le Istituzioni. Quella più ricorrente è di essere come gli altri partiti, che utilizzano le Istituzioni solo per mantenere e possibilmente accrescere il consenso, prescindendo dalle esigenze del Paese. Bisogna riconoscere che, almeno parzialmente, queste rimostranze hanno ragion d’essere e alimentano le file degli indifferenti alla politica. Nel tentativo di opporci alla strategia berlusconiana, abbiamo finito per copiare alcuni modi di fare politica. Abbiamo aiutato la deriva verso un modello proiettato solo sulle Istituzioni e meno attento alla dimensione territoriale. E così i cittadini non riconoscono più un ruolo centrale ai partiti”. Il vicepresidente della Provincia, che è anche consigliere di maggioranza a Sezze, focalizza l’attenzione sulle possibili conseguenze di tale atteggiamento. “Riflettendo sull’esperienza che mi trovo a vivere – prosegue Bernasconi – rilevo che nello svolgere un ruolo istituzionale a livello provinciale ho avvertito la necessità di una visione più ampia dei processi sociali ed economici del territorio. Mi sono accorto di non avere a disposizione un’elaborazione compiuta del nostro partito: abbiamo un’elaborazione frammentata, riferimenti sociali parziali e non rappresentativi dell’intera comunità. Non punto il dito contro nessuno, anzi mi assumo la mia parte di responsabilità, anche perché ho condiviso un percorso politico che ci ha portato a vincere le elezioni provinciali: la fase che è alle nostre spalle è stata spesa quasi esclusivamente per prendere il potere. Ora dobbiamo ritenerla chiusa perché abbiamo la responsabilità di dare risposte all’intera società, e non solo ai nostri elettori. Si avverte la necessità di un partito che sappia ora più che mai dettare l’indirizzo di marcia affidandosi non solo a esperti e consiglieri, ma soprattutto ad un’elaborazione collettiva dei nostri iscritti che debbono ritornare ad essere attivi con le loro istanze e intelligenze”. Bernasconi evoca il percorso fatto dal Partito Democratico. “Il nostro partito proviene da due grandi tradizioni, che sapevano coniugare interessi particolari e interessi generali. E’ necessario utilizzare quelle esperienze, rinnovandole nelle forme che oggi la comunicazione mette a disposizione, liberandole dalla sindrome di guerra fredda che le pervadeva. Ben vengano associazioni, correnti, porzioni di partito purché non siano solo somme d’interessi particolari ma sappiano offrire visioni e strategie generali. Se il partito di massa, nelle sue varie configurazioni che abbiamo conosciuto, è tramontato soprattutto perché è venuta meno la essenziale cornice ideologica, davvero l’unica alternativa è un partito elettorale costruito intorno al leader? Non so quale possa essere la soluzione, so però che un’alternativa va trovata perché il modello personale-elettorale non riesce ad aggregare gli interessi e non forma una politica pubblica”. L’esponente setino individua gli obiettivi a cui il PD deve mirare. “Oltre a guidare le Istituzioni, abbiamo anche il compito di ricostruire la fiducia nella politica, pena un definitivo scivolamento verso forme di anarchia istituzionale. Dobbiamo fare una buona politica, che sappia affrontare le questioni del Paese, del territorio, e la nostra specifica questione territoriale riguarda il suo sviluppo economico. Dopo l’uscita dalla Cassa del Mezzogiorno e il processo di deindustrializzazione, non siamo più riusciti a trovare un nuovo modello di sviluppo. Abbiamo costantemente perso occupazione e punti di Pil provinciale, con un’accelerazione superiore ad altri territori. Il centrodestra ha fallito, in questi vent’anni di gestione, il compito di individuare nuove strade. Ricordo alla rinfusa i grandi progetti spesso presentati come risolutivi: le Terme, il Parco Tematico, l’Intermodale, l’Expo all’ex Rossi Sud, il Prg di Latina, il Corridoio Tirrenico e, per ultimo, il Porto a Foceverde. Ognuno avrebbe dovuto innescare chissà quale miracolo economico. Sono tutti miseramente falliti, anche in presenza di importanti finanziamenti pubblici. E la crisi economica si è aggravata. Ora tocca a noi affrontare la questione del nuovo modello di sviluppo. E’ la grande occasione del Partito Democratico per uscire dalla nostra storica subalternità politica, e per riuscirci abbiamo bisogno di attivare la più ampia partecipazione”.

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