La situazione del Partito Democratico non lascia indifferente il consigliere Serafino Di Palma, che tra i banchi della maggioranza ha trascorso poco più di un anno (nel quale, peraltro, non erano mancati attacchi all’esecutivo), prima di passare all’opposizione. “Sono due anni che dico quale sia la situazione del Pd, che riesce ad unirsi e a compattarsi solo quando si tratta di alzare le tasse. Quella del Partito Democratico di Sezze – spiega Di Palma – è una doppia democrazia del Pd, che funziona per alcuni e non per altri. Finalmente arriva lo scatto d’orgoglio da parte del direttivo. Finalmente, ma decisamente tardi per la città. Ora si accorgono della mancanza di vita democratica del loro partito, ma finora non l’hanno mai applicata”. Secondo il consigliere l’esecutivo del Pd è paragonabile al vecchio Partito Comunista Italiano: “E’ totalitarista e padrone e il segretario comunale/provinciale La Penna è assente in entrambi i ruoli”. Paradossi che il consigliere aveva da sempre evidenziato: “Come opposizione ci siamo visti bocciare alcune importanti iniziative che il Partito Democratico in altre zone della provincia aveva sposato e fatte sue, le quote rosa (che hanno di fatto allontanato Di Palma e la Brandolini dalla maggioranza) e l’approvazione delle nuove aliquote, solo per citarne due a caso. Ora che è stato ‘colpito’ uno di loro (riferimento ad Enzo Eramo e alla vicenda legate alla sua mancata candidatura per un posto nel nuovo consiglio provinciale di Latina) si preoccupano che il partito non fa più riunioni”. Una situazione ingestibile, che l’ex candidato dell’allora Casa delle Libertà nel 2007 aveva più volte sottolineato anche in maggioranza, eletto nella Lista collegata al nome del sindaco Campoli. Di Palma aveva intrapreso una battaglia personale affiché tutta la maggiorazna fosse coinvolta nelle decisioni sul futuro della città, non solo il Partito Democratico, oltrettutto minato dall’interno da una faida tra amministratori che in più occasioni aveva fatto temere che il banco saltasse. A distanza di poco più di un anno Di Palma aveva praticamente issato bandiera bianca e oggi può affermare senza timore di smentita: “In maggioranza decidono il sindaco, il dirigente e l’assessore che in ogni legislatura perde il suo consigliere di riferimento ma rimane sempre al suo posto. Siamo arrivati anche di recente – insiste il consigliere di minoranza – ad una situazione in cui il dirigente nello stesso tempo fa il segretario comunale, il controllore fa il controllato”. In merito alla situazione odierna del partito più grande e rappresentato all’interno del consiglio comunale e nella giunta setina, Di Palma ha le idee chiarissime: “Il confronto non è nel loro Dna, non gli appartiene. Concetto ampiamente dimostrato già durante il primo periodo di questa consiliatura, quando gli altri esponenti di maggioranza non venivano minimamente presi in considerazione. Il sindaco senza avversari – prosegue Serafino Di Palma – oggi dicono sia prigioniero alla feroce lobby interna al Partito Democratico. Quando consiglieri di maggioranza hanno tolto il disturbo proprio per stallo e afasia loro dove erano? Si tratta di un partito moribondo, che trova unità solo quando deve far pagare le tasse ai cittadini, nonostante gli accorati appelli di una parte della minoranza per comprendere lo stato di crisi e non aggravare la situazione dei cittadini setini ormai allo stremo delle forze e della speranza per il futuro”. Non è migliore l’aria che secondo Di Palma si respira tra le altre forze che compongono la maggioranza Campoli: “Alcuni consiglieri comunali votano solo per votare. Come ha detto Di Pastina è vero che la maggioranza è stata ritrovata, ma solo su un punto: quello di scegliere come consigliere provinciale Bernasconi, così lui e Di Raimo potranno votare il Bilancio. Che ne pensa ora del Bilancio il presidente del consiglio comunale Sergio Di Raimo, che a maggio 2014 diceva che le tasse non andavano aumentate e che sarebbe stato un errore penalizzare i cittadini? Dopo 4 mesi – spiega ancora il consigliere – Di Raimo, Bernasconi e Zeppieri hanno risolto tutti i problemi, mentre per tre anni hanno fatto le barricate”. La parte finale del suo intervento il consigliere comunale di minoranza Serafino Di Palma vuole dedicarla ai ventiquattro firmatari del documento di sfiducia nei confronti di Salvatore La Penna: “Buon lavoro a chi ha firmato questo documento e spero che riusciate con il vostro contributo a far uscire questo partito dal non rispetto delle regole e ad anteporre gli interessi comuni a quelli personali. Lo dovete non al partito, ma alla città”.
Simone Di Giulio


