Mentre l’aumento delle temperature fa temere un’altra ondata di rubinetti a secco in alcune zone di Sezze, sul delicato tema della gestione idrica tra il Comune e la concessionaria del servizio, la Costruzioni Dondi spa, intervengono gli esponenti del Movimento 5 Stelle di Sezze, che pongono 10 domande al primo cittadino, Andrea Campoli sul contratto firmato oltre 20 anni fa con la ditta di Rovigo. La prima domanda è se qualcuno abbia mai controllato se, come previsto dalla convenzione, la Dondi sia riuscita a ridurre le perdite entro il 30% dell’acqua fatturata e se le eccedenze hanno concorso alla formazione delle tariffe. La seconda entra più nel dettaglio: “Il Comune riscuote regolarmente il minimo di 15.000 euro, o il 3% del ricavo utile di gestione dedotto il costo d’acquisto dell’acqua all’origine, l’anno dalla Dondi spa? Come mai non siamo riusciti a trovare la voce corrispondente sul Bilancio?”. Per poi proseguire: “Come mai il sindaco ha dovuto emettere apposita ordinanza per la distribuzione di acqua potabile con autobotti, quando invece è specificatamente previsto che debba provvedere la Dondi spa a sue spese?”. La domanda successiva, la quarta per l’esattezza, riguarda la commissione (con due membri indicati dal Comune e uno indicato dalla concessionaria) che dovrebbe vigilare sulle adempienze contrattuali: “Perché il Comune non provvede alla nomina della commissione di sovraintendenza da qualche anno sciolta? Visto anche che tale commissione può essere asservita alle richieste ed ai problemi dell’utenza?”. La quinta domanda che si pongono i grillini di Sezze è perché se sono previste dalle 12 alle 15 persone a lavorare ai servizi attinenti al ciclo integrato, in realtà da anni sono 4-5 compresi il personale in ufficio? La sesta domanda è: “Perché non esiste un servizio di intervento notturno, festivo compreso e diurno attrezzato che garantisca entro 30 minuti dalla chiamata un primo sopraluogo ed entro 1 ora l’intervento?”. Il settimo punto riguarda le penali: “In che quantità sono state fatte pagare penali per il ritardato intervento in questi anni se non esiste neanche la segreteria telefonica prevista dalla convenzione che certifichi l’ora ed il giorno di richiesta dell’intervento?”. Nell’ottavo punto i pentastellati setini si chiedono se sia stato mai realizzato l’impianto generale di autocontrollo ed il centro elaborazione dati che dovrebbe aiutare anche a individuare le perdite, a cui dovrebbe asservirsi un servizio ricerca perdite addestrato ed attrezzato che svolga i propri compiti sistematicamente: “Sulle bollette compaiono i numeri di telefono sia della Dondi che del Comune per i reclami ed i servizi di reperibilità?”. Proprio a proposito di numeri la nona domanda è: “E’ mai stato istituito un numero verde a cui chiamare per parlare con un addetto alle relazioni con il pubblico in merito alle numerosissime campagne di sensibilizzazione su un uso corretto dell’acqua?”. L’ultima domanda rivolta a Campoli è più ‘politica’: “Se il Comune non ha mai vigilato su quanto prima, come può avere la coscienza pulita e cacciare la Dondi? E comunque sia – concludono i grillini setini – visto che il Consiglio di Stato pur dando ragione al Comune sulla rescissione del contratto, ha specificato che serve una determina dirigenziale, perché il Comune finora ha fatto un’ordinanza sindacale, una delibera consiliare ma mai l’unico strumento che i giudici hanno richiesto per cacciare la Dondi?”.


