Dopo i primi anni a gonfie vele, l’attività dello Zag – Officina delle Arti di Priverno, pare essere entrata in una fase involutiva che pare di difficile inversione. Una fase che ha portato alla riduzione delle attività svolte così come del numero di frequentatori abituali. Igino Marzullo, direttore del Centro, se ne è accorto e ha deciso di scrivere al sindaco per cercare una soluzione. Marzullo parte da dietro: “Cerco di rappresentare il mio disagio ma soprattutto il disagio di tante persone che in questi anni hanno frequentato e frequentano tutt’ora l’Officina dell’Arte Priverno Centro ZAG. Il sottoscritto non è stato prescelto per il ruolo che ricopre ma ha partecipato e vinto un bando (Comune – Regione -Ministero) insieme ad altre quattro associazioni. Io con la mia associazione rappresentiamo solo il ruolo di coordinamento dei diversi soggetti associativi che in questi anni si sono prodigati all’interno del centro senza scopo di lucro per dare voce alle diverse discipline musicali, artistiche, canore, danzanti, ludiche ecc.. In questi anni sono state numerosissime le attività svolte, sia presso il Centro Zag e sia fuori, attraverso l’organizzazione di eventi e spettacoli. Abbiamo organizzato saggi musicali in piazza, Flash-Mob per le strade del paese, sfilate di carnevale, eventi di Zumba Masterclass e tanto altro. Il successo che il Centro ZAG ha ottenuto nel tempo non è merito del singolo, ma di una squadra che si è prodigata a svolgere il proprio compito e il proprio ruolo con onesta e dignità permettendo di raggiungere risultati eccezionali, in termini di utenza e di frequentazione, tanto da arrivare a contare oltre 1500 iscritti provenienti non solo da Priverno ma anche dai paesi limitrofi”. Percorso lo splendente passato Igino Marzullo si sposta sul presente di basso profilo: “Siamo delusi in quanto nell’ultimo anno da voi amministrato abbiamo visto dimezzare la nostra utenza già dopo un mese dal vostro insediamento a causa della non disponibilità delle sale che da sempre avevamo avuto in gestione ed erano incluse nel progetto presentato alla Regione Lazio. Per non parlare dello stato di abbandono che voi amministratori non vi siete mai prodigati di salvaguardare dopo mie svariate segnalazioni. Nel manifestare le nostre carenze ci siamo rivolti alla delegata alle politiche giovanili, che se non in un paio di occasioni non ha mai messo piede presso il centro ZAG, nonostante i nostri continui inviti. Ci siamo rivolti ad ogni singolo assessore mostrando la nostra totale disponibilità nell’ organizzare eventi o qualunque altra iniziativa che potesse coinvolgere i giovani della nostra città, invece abbiamo ottenuto solo tante promesse ma mai una reale collaborazione, anzi oltre al danno la beffa di non rispondere nemmeno più al telefono. Avevate la possibilità di redigere un nuovo bando per dare prosecuzione all’Officina dell’Arte Priverno, dando nuova linfa e nuovo vigore alle attività del centro, invece state prendendo tempo. Non resta che aspettare quale siano le vostre scelte, intanto un anno è stato buttato e a rimetterci sono stati i nostri giovani e con loro un’intera comunità”.
Priverno, l’agonia del centro Zag nelle parole del direttore Igino Marzullo


