La Rsu e i lavoratori dello stabilimento Sapa di Fossanova, riuniti in assemblea permanente, denunciano “lo stato di abbandono in cui la dirigenza ha lasciato il sito”. Sembrerebbe che “nonostante le maestranze si siano rese disponibili per mettere in sicurezza gli impianti”, finora dai vertici aziendali sarebbero arrivati soltanto dinieghi. Perciò, i lavoratori chiedono alle autorità competenti di intervenire “in modo fermo ed urgentemente su tale problematica”. “Vogliamo inoltre sottolineare – si legge in una nota – che tale stato delle cose non solo costituisce un pericolo per i lavoratori che occupano il sito, ma anche per le persone che vivono nelle zone limitrofe”. In particolare, secondo i lavoratori, occorrerebbe chiudere l’erogazione del gas metano che continua ad alimentare gli impianti; spegnere i forni matrici ancora tenuti a temperatura di regime e spegnere i contenitori delle presse. Inoltre, i dipendenti richiedono l’accesso all’acqua potabile, che costituisce un bene essenziale, poiché i lavoratori stanno esercitando il loro diritto di assemblea. Ma anche su tale aspetto l’azienda non avrebbe fatto la minima apertura, “costringendo i lavoratori ad attingere dall’acqua dei bagni non potabile”.
Mario Giorgi


