Durante la passata legislatura, in molti si sono chiesti cosa potesse accumunare l’allora assessore alla cultura Sabino Cardone, amministratore eletto in una giunta di centro destra, all’ex sindaco rosso Alessandro Pucci, per anni militante di Rifondazione Comunista. Il loro comun denominatore era la passione per la storia, per quella locale in particolare e lo testimonia la scoperta che i due portano alla luce in questi giorni. A svelare l’0arcano che parla di una testimonianza di una visita di papa Gregorio XVI a Maenza, è proprio l’avvocato Alessandro Pucci: “La storia spesso ci sorprende e proprio in questo ci affascina. Sempre nell’esclusivo interesse di apportare tasselli sempre positivi alla storia del nostro paese il sottoscritto con Sabino Cardone, ci siamo imbattuti nelle pagine della storia che ci portano ad affermare che nel maggio del 1843 Maenza riceveva per la prima e ultima volta della sua storia la visita di un Pontefice, nel caso specifico di Gregorio XVI. Tutto questo viene riportato nella relazione scritta dal Principe Massimo Sopraintendente Generale delle Poste di sua santità e stampata dalla tipografia Alessandro Monaldi in Roma nel 1843. Nel testo si legge ‘degnossi il S. Padre cedere alle istanze della popolazione di Maenza, che fattasi tutta trovare genuflessa sulla via gli chiedeva la benedizione, la quale, smontato dal legno, ed asceso sul trono ivi preparato comparì a tutta quella devota turba, che frammischiava le grida d’evviva ai suoni delle campane del vicino paese, e della banda musicale situata su di un palco presso I’ arco trionfale… Più a lungo sarebbessi il S. Padre trattenuto sul trono se il temporale, che sempre più minacciava di scoppiare, non I’avesse obbligato di rimontare nel legno, dal quale però non volle privare della consolante ammissione al bacio del piede i più distinti soggetti della magistratura, del clero secolare e regolare, e delle principali famiglie di Maenza fra le quali ebbero quest’onore i parenti di Monsignor Volpicelli suo scalco segreto. Lasciata quindi in mano dell’arciprete capitolare un abbondante limosina da distribuirsi ai poveri del luogo, proseguì il suo viaggio, mentre tutti gli abitanti di Maenza tornati al loro municipio lieti per si festiva giornata la terminarono con una generale illuminazione, come avevano praticato nella sera antecedente, con fuochi di artifizio, e suoni di banda, e coll’accensione di molti fuochi, che nel silenzio nella notte riflettevano dalle cime di quegli appennini in mezzo a cui siede Maenza sino al fondo delle cupe valli, spettacolo, come osserva il diario di Roma, veramente piacevole…”. Anche Maenza quindi ha avuto il suo papa, e chissà che all’evento, già questa estate non possa essere tributato un riconoscimento.
Luca Morazzano


