E’ davvero una lotta punto su punto quella intrapresa dal Comitato No Biogas di Latina contro la centrale biomasse di Borgo Montello. I cittadini, forgiati da anni di rimostranze contro la discarica, hanno infatti fatto recapitare a Regione, Provincia e Comune di Latina, i vari punti deboli riguardo il progetto presentato dalla Indeco per la realizzazione impianto di trattamento biologico alimentato a biomasse per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in località Borgo Montello – Via Monfalcone 23/A. La lista è lunga:
“- mancano la richiesta di parere e la relativa documentazione tecnica e progettuale per le attività soggette al controllo antincendio: produzione di energia elettrica, gasdotto, deposito gpl, deposito gasolio, gruppo elettrogeno, deposito olio, deposito acido solforico, serbatoio cloruro ferrico;
– manca la richiesta di compatibilità territoriale;
– manca il calcolo di cui al decreto del ministero dell’Interno del marzo 2007;
– manca la richiesta, la documentazione tecnica, la dimostrazione della regolarità dell’impianto di sub irrigazione per lo smaltimento delle acque reflue di tipo civile;
– manca la documentazione per l’autorizzazione alle nuove emissioni in atmosfera;
– manca la documentazione di cui al prelievo delle acque sotterranee;
– manca la documentazione di cui allo smaltimento delle acque meteoriche di prima pioggia;
– manca la documentazione di cui allo smaltimento delle acque reflue industriali.
– manca la verifica delle polveri fini e ultrafini e dei relativi sistemi di abbattimento;
– manca il piano di smantellamento della centrale a fine impianto;
– manca la fideiussione per il rispristino delle opere;
– specificare l’uso finale di percolato.
– manca il punto di campionamento delle emissioni accessibile in altezza;
– manca in planimetria la dimostrazione del collegamento, degli impianti e dei servizi con la discarica dell’Indeco;
– manca la documentazione di progetto di cui al D.Lgs. 334/1999 con s.m.i.
– manca la compatibilità dell’intervento con la tutela delle acque, del suolo, delle emissioni in atmosfera.
– manca la valutazione nel complesso del territorio insieme agli impianti esistenti;
– manca l’indagine epidemiologica;
– il dimensionamento urbanistico è difforme da quello della zona H rurale in virtù delle norme di salvaguardia;
– mancano i dati di progetti sulle emissioni delle polveri fini e ultrafini”.
Basteranno questi venti motivi a fermare il progetto?

