“Un testo intenso in cui all’accurata ricostruzione dei fatti si è intrecciata la narrazione della struggente vicenda umana che ha tenuto alta l’attenzione su una tragica pagina della storia d’Italia, riportandola alla memoria di chi c’era e rendendola accessibile a chi, pur venuto dopo, non può non conoscere”. E questa la motivazione della giuria del Festival nazionale d’Arte drammatica di Pesaro, il prestigioso e più antico premio teatrale italiano, che ha premiato Giancarlo Loffarelli quale migliore autore alla 66ª edizione per lo spettacolo “Se ci fosse luce (i misteri del caso Moro)”. Interpretato dallo stesso Loffarelli, da Marina Eianti, Emiliano Campoli, Luigina Ricci, Elisa Ruotolo e Maurizio Tartaglione (scene e costumi di Mario Tasciotti, collaborazione tecnica di Armando Di Lenola e Fabio Di Lenola), lo spettacolo era stato selezionato, insieme ad altre sette compagnie fra le oltre ottanta che avevano presentato domanda di partecipazione ed era stato portato in scena lo scorso 18 ottobre dinanzi a più di 500 persone che avevano riempito la platea, i quattro ordini di palchi e la piccionaia del bellissimo Teatro Rossini di Pesaro. Le ripetute acclamazioni alla fine dello spettacolo da parte di un pubblico (con notevole partecipazione di giovani) profondamente commosso, nonché le critiche entusiastiche fatte registrare sulla stampa locale, lasciavano immaginare un esito positivo che, di fatto è giunto nella giornata di domenica 27 ottobre, quando, nella Sala della Repubblica del Teatro Rossini si è svolta la premiazione. Lo spettacolo è ormai in scena da sei anni, da quando debuttò al Teatro D’Annunzio di Latina nel 2007. In questo periodo aveva già conseguito diversi riconoscimenti: premi (come il prestigioso Premio nazionale di drammaturgia “Ugo Betti” di Camerino), una tesi di Laurea discussa su questo testo presso l’Università di Siena, l’inserimento del lavoro teatrale de “Le colonne” all’interno di uno studio americano pubblicato dal “Dickinson College” sulle opere italiane di cinema e teatro dedicate al caso Moro, il significativo riconoscimento da parte di Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle Brigate rosse che, nella ristampa presso Rizzoli del libro dedicato a suo padre, Un uomo così, ha espressamente inserito lo spettacolo Se ci fosse luce (i misteri del caso Moro) fra le opere più coinvolgenti dedicate alla tragica vicenda. La Compagnia teatrale “Le colonne”, con questo successo, continua il proprio cammino attraverso la messinscena di testi teatrali sia classici che contemporanei interpretati con grande cura dei dettagli e intensità espressiva. Giancarlo Loffarelli aggiunge un nuovo riconoscimento ai tanti già ottenuti per diversi suoi testi teatrali: “Miglior autore” alla Rassegna “Drammaturgia emergente” con la commedia I Lieder di Schumann (giuria presieduta da Aldo Nicolaj) nel 1999; la traduzione in lingua russa della sua commedia Meglio questa! inserita all’interno di un volume contenente opere di sei autori italiani, pubblicato a Mosca nel 2010 al fine di far conoscere le tendenze della nuova drammaturgia italiana; il Premio “Vallecorsi” di Pistoia con la commedia Una storia da lontano; la Menzione speciale a “Napoli drammaturgia in Festival” (giuria presieduta da Manlio Santanelli) nel 2004 e il Premio “Forio d’Ischia” per la migliore messinscena nel 2006 con I Lieder di Schumann; la vittoria nel 2002 con il dramma Un altro uomo della XXVIII edizione del Premio Nazionale di teatro “Fondi La Pastora”; ancora con il testo I Lieder di Schumann la vittoria quale miglior autore al Premio Nazionale “Giorgio Totola” di Verona, commedia poi tradotta in lingua turca per il Teatro Stabile di Istanbul e in lingua francese per l’Università di Nizza; la vittoria, nel mese di marzo 2011, con il suo testo teatrale Etty Hillesum del Premio nazionale di drammaturgia “Calcante” organizzato dalla Società Italiana Autori drammatici, testo poi pubblicato sulla rivista “Ridotto”.



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