Potrebbe definirsi una sorta di D-Day (anche in considerazione del nome di uno dei protagonisti della vicenda) quello che si consumerà domani nelle aule del Consiglio di Stato a Roma. L’organo giudiziario, la quinta sezione nello specifico, è chiamato a giudicare la sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio (la numero 880 del 2012), che dava ragione al Comune di Sezze sulla delicata questione dello scioglimento unilaterale della convenzione stipulata con la concessionaria Dondi spa nel 1993. Il 26 settembre 2011 il consiglio comunale (con la delibera numero 42) voto all’unanimità dei presenti lo scioglimento unilaterale (senza, quindi, l’accordo con l’altro soggetto interessato) tra l’ente stesso e la Dondi spa, la società di Rovigo che gestisce il servizio idrico, fognario e di depurazione dal 1993. Motivo della rottura, secondo il Comune, le innumerevoli inadempienze compiute dalla società nel corso degli anni. La Dondi, naturalmente, ricorre al Tribunale Amministrativo del Lazio, che il 23 novembre 2012 giudica legittima la decisione del consiglio comunale setino di sciogliere il contratto che sarebbe dovuto terminare nel 2023. Da qui la decisione della Dondi di ricorrere al Consiglio di Stato. E domani si saprà tutto. Se il Consiglio di Stato deciderà di accettare il ricorso della Dondi il contratto proseguirà. In caso contrario si apriranno nuovi scenari e pagine bianche tutte da scrivere (non necessariamente una cosa positiva, ndr). Presente a Roma solo l’avvocato che segue questa pratica per conto del Comune, Alberto Costantini. Dal canto loro i politici locali resteranno con un occhio fisso sul telefono in attesa di avere notizie. Sulla questione abbiamo ascoltato l’assessore all’Ambiente Pietro Bernabei, all’epoca dei fatti assessore ai Lavori Pubblici, che ci ha spiegato: “Naturalmente non ho né la capacità né le competenze per anticipare una sentenza così delicata. Posso però dire che siamo fiduciosi, perché forti di una sentenza emessa dal Tar, che non si è limitato soltanto a dar ragione al nostro Ente, ma lo ha motivato in maniera precisa e impeccabile”. Non resta che aspettare…
Simone Di Giulio


