In un periodo caratterizzato da una forte crisi che investe cittadini e pubbliche amministrazioni, il Comune di Sezze si troverà suo malgrado a dover rivedere alcune tariffe relative ai cosiddetti servizi a richiesta individuale, mense e trasporto scolastico nello specifico. Numeri alla mano, il Comune ha dovuto prendere atto che il rischio di dover interrompere due servizi fondamentali offerti al cittadino era molto alto ed ha quindi preferito iniziare a ragionare sull’ipotesi di aumentare le tariffe. Il rischio di compiere una scelta impopolare, unito ad una filosofia che ha visto da sempre il Comune di Sezze avere un occhio di riguardo per il Welfare, ha spinto gli amministratori a trovare soluzioni che non vadano a danneggiare le fasce più deboli della cittadinanza. Lunedì mattina un passaggio importante per un riequilibrio generale del servizio è stato quello relativo alla convocazione di una commissione Servizi Sociali con all’ordine del giorno proprio questo argomento, già analizzato in sede di riunione di maggioranza. L’idea, introdotta dal presidente della commissione Mauro Calvano e dall’assessore Vincenzo Lucarini, stranamente differente rispetto alla relazione portata in aula dalla Posizione Organizzativa Lidano Caldarozzi, prevede che sotto una soglia (45mila euro di reddito) tutto resti allo stato attuale, mentre i costi dovrebbero raddoppiare per chi supera questa soglia. Una scelta come detto impopolare, ma che permetterebbe al Comune di tenere attivi i due servizi e, soprattutto, un gettito maggiore in termini di riscossione, quantificato intorno ai 200mila euro annui. Una goccia nel deserto, considerato che attualmente all’ente tenere attivi questi servizi costa circa un milione (540mila euro il trasporto scolastico, 430mila il servizio mense) a fronte di un ricavo che spesso non arriva a toccare i 180mila euro. Il 75% dei servizi finora è stato coperto dalle casse del Comune, ma per il prossimo anno scolastico le cose potrebbero cambiare. Salve le fasce della popolazione più deboli, come previsto proprio dal principio che ha spinto l’ente a questa scelta, mentre qualche sacrificio potrebbe essere fatto da chi comunque potrà permetterselo. Il piano permetterebbe di incassare circa 200mila euro che finirebbero per potenziare il sistema dei Servizi Sociali e, soprattutto, l’ente smetterebbe di avere un rosso di circa 500mila ogni anno e i servizi resterebbero a disposizione dei cittadini. Nelle prossime settimane la questione sarà portata in consiglio.